La penna dell’uccello grifone
A cena, d’inverno, con mia figlia Carolina, eravamo soliti inventarci delle storie e, come da buona regola, tra i protagonisti c’era sempre un Orco o un Drago o comunque un Cattivo da combattere.
Mattia e Stella, insieme al cane Nespola, sono gli interpreti di questa storia intensa e lieve. In pochi mesi, i due ragazzi, affrontando fra varie vicissitudini un perfido Orco iIeologico, traghettano la loro adolescenza.
Loro, infatti, hanno occhi e capelli neri “…guardare come tira il vento e dove vanno le nuvole, capire se pioverà o no, certo questo ha un senso! Significa portare il gregge nei pascoli alti o vicino casa, ma stare a guardare se i capelli o gli occhi di una persona sono più o meno scuri, a chi potrebbe interessare? A chi potrebbe giovare? Il nonno aveva raccontato di come, prima dell’arrivo di questi uomini così efficienti e ordinati, le loro genti avessero abitato quelle terre fin dalla notte dei tempi. Di come le avessero divise solo con gli animali selvatici, di come insieme avessero goduto e spartito felicemente i pascoli, le foreste, le acque e tutti i doni della natura, senza rapinarla o metterla a duro profitto…”
Privi di ogni mezzo e consolati solo dalla bellezza del creato, Mattia e Stella vivono la loro difficile iniziazione, sorretti dal loro buono spirito e dall’invincibile forza nella speranza di un futuro migliore. Saranno questi i viatici in grado di farli risorgere ogni qual volta tutto sembra perduto.
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