La polenda dolce
Se in un tempo, da noi non troppo distante, il castagno era l’albero del pane e la farina di castagne il pane dei poveri, oggi, questo povero libro è il racconto di un uomo buono come il pane e di una donna oltremodo generosa e dolce. Quest’uomo e questa donna ho imparato a chiamarli babbo e mamma. Successe in un giorno di primavera e tutto attorno a me, di colpo, sembrò più bello.
Scrivere di loro non è stato facile, ma nemmeno troppo difficile. Gli ingredienti c’erano tutti: i miei genitori, le mie sorelle, il nostro paese e tanta gente comunemente detta vicinato. Poi c’erano le miniere, i ciuchi, i pagliai, i fascisti, i comunisti e le disgrazie… I giovani facevano l’amore ai “Castagni della Vena” e i bambini li portava la cicogna dentro una pezzuola.
…È bastato un paiolo, l’acqua e il sale. La farina di castagne la possiamo chiamare vita, il fuoco è quello che ho attizzato nel camino del mio cuore. Ora, dentro una nuvola di colori e di profumi, “La polenda dolce” è sul vostro piatto.
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