La cosa giusta
Gabriele ha sedici anni e fugge attraverso il bosco. Intorno a lui c’è odore di terra. Guada un torrente e scava una buca con un sasso, nasconde il contenuto del suo zaino, cancella le sue tracce. Ha colpito suo padre. L’ha ferito? Non lo ricorda. Hanno litigato, questo lo ricorda. Il padre a casa trova il prete che lo aspetta, è venuto per aiutarlo ma lui si rifiuta. Nessuno lo ha mai davvero aiutato e nessuno lo potrà mai aiutare. Finché una mattina il commesso dell’emporio lo chiama al telefono: al mercato, il venditore di uccelli ha riconosciuto suo figlio. Vive poco lontano, in un casolare, con uomini e donne che hanno lasciato la città per trasferirsi in montagna.
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Il padre non ricorda quello che è accaduto, il figlio sa ma non vuole parlare. Così inizia questa storia ben scritta, fitta di dialoghi serrati, da leggersi tutta d’un fiato. L’autore disegna con precisione la psicologia dei personaggi che danno vita ad una storia corale, fino alla conclusione spiazzante.
Maurizio Pagnini
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