Olivia
Aroldo e Colomba sono mezzadri che vivono in un podere della Romagna Toscana. Hanno 3 figlie: Olivia, Rosaria e Mara, belle e lavoratrici, che si danno un gran da fare per compensare la delusione paterna di non aver avuto figli maschi. Siamo alla vigilia della Seconda guerra mondiale e le ragazze, che stanno diventando donne, si trovano a fare i conti con il loro corpo che cambia, con gli sguardi degli uomini (a cui devono stare attente: “di chine n’avanti, a’ maschi stacci lontana”) e con i primi amori. Intanto la famiglia si allarga e arriva il primo figlio maschio, Zelindo, ma “la sfortuna quando ti s’attacca al fondo dei pantaloni, non ti lascia”. I bombardamenti dei Tedeschi costringono l’intero paese all’evacuazione e la famiglia si trasferisce in Maremma, nel podere della Querceta.
Pervaso da un profondo senso di fragilità della vita, il romanzo racconta un mondo contadino ormai scomparso con un realismo privo di retorica, malinconico ma vivace, commuovente ma fantasioso come una fiaba popolare.
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