Bioarchitettura · Un viaggio autobiografico nella filosofia dell’habitat
Esistono accadimenti nella nostra vita che infrangono le nostre certezze e il nostro conquistato equilibrio, sono soglie che dobbiamo transitare con dolore per passare da un modo di essere ad un altro. In questi momenti di sofferenza ci sentiamo improvvisamente precipitare nella solitudine, sentiamo la nostra anima perdersi in una notte oscura e senza stelle. Allora disperatamente cerchiamo aiuto in questo mondo e sopra questo mondo. Questo aiuto ci offre la consapevolezza del percorso, del viaggio che parte da un modo di essere ormai obsoleto ad uno che sta per sbocciare. Ma spesso questo aiuto, questa mano tesa, ci arriva incredibilmente da meravigliosi accadimenti apparentemente casuali, che casuali non sono, che ci aiutano ad abbracciare di nuovo la vita proprio nel momento che pensiamo che per noi tutto sia finito. È a questo punto che percepiamo il vento del cambiamento che scuote tutto il nostro essere e intuiamo che ad esso dobbiamo aprire le vele della nostra vita, non porre ad esso resistenza, che non dobbiamo costruire muri per proteggersi dalla sua forza, ma, come dice un passo del Tao, costruire mulini a vento per usare questo impeto per fornire energia al nostro nuovo modo di essere, con amore e consapevolezza. Ecco, questo libro rappresenta per me un “mulino a vento”.
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