Farnese
Una storia scritta nel tufo
Perché questo libro. Poche righe per spiegare…
Questo breve libro ripercorre un viaggio esistenziale negli anni sessanta del Novecento. Un racconto o, meglio, un diario illustrato, da cui prende spunto il resto della narrazione che sposta il tessuto di questo scritto da quello inizialmente narrativo a quello storico con notizie tratte dai documenti degli antichi archivi del luogo e del territorio.
Ricco di scorci e immagini inedite, il libro è per tutti coloro che nella loro infanzia dalla finestra di casa non hanno visto altro che condomini altissimi.
Per coloro che hanno vissuto e vivono i tempi frenetici della città.
Per coloro che hanno respirato e respirano smog senza sentire mai il profumo dei fiori.
Per coloro che ascoltano solo il frastuono del traffico e non conoscono i suoni leggeri e soffusi della campagna.
Per coloro che non hanno mai conosciuto la vita di un piccolo borgo che forse solo oggi, nell’era della postmodernità, molti iniziano ad apprezzare. Queste pagine raccolgono istantanee di vita vissuta, dipinte con parole, acquerelli e foto rielaborate che danno forma a una sequenza della memoria di un paese dell’alta Tuscia Viterbese. Piccolo centro ricco di storia ancora tutta da raccontare. Si parla, in breve di Farnese, un luogo posto quasi ai confini della Maremma Laziale, pervaso da antiche storie tra l’altro legate alla nascita di una importante famiglia che da questa terra prese il nome e che dette alla Chiesa addirittura l’ultimo grande papa del Rinascimento: Alessandro, che si chiamò Paolo III (1468-1549).
Per coloro che invece hanno vissuto e ben conoscono la vita semplice di un piccolo centro, quanto raccontato risveglierà i ricordi di giorni e tempi passati. Infine, si vuol precisare che tutto ciò non vuole essere un’interpretazione nostalgica di tempi trascorsi, né tanto meno la celebrazione di una realtà scomparsa. L’intento è quello di far conoscere la storia di un paese e, semplicemente raccontare, a chi non ha avuto la fortuna di vivere quegli anni in un simile luogo, per poter almeno immaginare la vita di quei giorni non poi così lontani.
Tiziana Mancini
Sara Ficari
Parole chiave
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