Friedrich Nietzsche · Diario italiano
Dobbiamo fidarci di Philippe Granarolo quando ci racconta di come sia venuto in possesso del Diario che Nietzsche avrebbe tenuto in occasione dei suoi soggiorni in Italia? O dobbiamo supporre che abbia messo a frutto la sua approfondita conoscenza del corpus nietzschiano per stendere quei taccuini immaginari che attribuisce all’autore de La gaia scienza? Poco importa, in realtà. La sola cosa che conta è che il suo racconto, scrupolosamente esatto, ci permette di penetrare nell’intimità della vita quotidiana del filosofo e di scoprire, sotto la maschera che indossava per proteggersi, il volto di un uomo sensibile e delicato, del quale siamo portati a condividere le sofferenze e le speranze. Dal primo memorabile soggiorno a Sorrento, durante l’inverno 1876-1877, fino ai terribili mesi vissuti a Torino, alla fine del 1888, quando Nietzsche avverte che la ragione gli sfugge, pagina dopo pagina diventiamo i compagni di viaggio di un pensatore pieno di umanità, assai distante dall’individuo violento e sprezzante, come ci è stato molto spesso descritto. E così, chiudendo l’ultima pagina di questo Diario, probabilmente ci convinceremo di aver accompagnato, nei momenti salienti della parabola della sua vita, non tanto uno scrittore innamorato del Mediterraneo quanto il più geniale dei filosofi “italiani”.
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