Galleria femminile
La presente raccolta di poesie è stata ispirata da donne del mio paese, Porto Santo Stefano, conosciute per lo più nell’immediato dopoguerra, quando, in una realtà di profonda miseria, la madre, la moglie, la sorella mettevano in campo tutte le loro risorse per il pane della propria famiglia. C’era così la venditrice di lumache, quella di bruscolini, la lattaia, la cantiniera e perfino chi vendeva preghiere per i defunti o vendeva se stessa. Una umanità variegata di sofferenza e fierezza che ha saputo traghettare verso tempi migliori un popolo distrutto e umiliato. Chi non ce l’ha fatta, per fragilità propria o condizioni più avverse, si è distrutta, quasi in una sovrabbondanza di dignità, nell’alcolismo o nel suicidio. Solo due di esse non ho conosciuto direttamente, la mia bisnonna e l’algida assassina. Ma ho ascoltato a bocca aperta le loro storie nelle narrazioni di famiglia.
A tutte queste donne da bambina io guardavo e mi interrogavo sulle condizioni della femminilità, che mi apparivano ancora più gravi quando, all’interno della famiglia per la quale esse lottavano, venivano annientate da umiliazioni e botte.
Dentro di me allora pensavo che non avrei mai accettato la realtà in cui si trovavano quelle donne, pena il mio stesso suicidio. Ma anziché debolezza molte mi trasmettevano forza e consapevolezza di quanto grande sia il privilegio di nascere donna. È per questo che me le son viste ricomparire davanti a ispirarmi poesia, quasi a rivendicare il loro diritto a non essere dimenticate.
Maria Teresa d’Antea
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