Il bellissimo Cecè
Vita e morte del conte partigiano
Eugenia, una giovane donna, ricostruisce la storia della vita, della morte e il lungo viaggio attraverso il fascismo del prozio Giuseppe Celani, un patrizio romano, un conte, assassinato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.
Giuseppe Celani, classe 1901, non brilla per impegno antifascista. Nei confronti del regime ha semmai una sorta di disagio estetico. Nel frattempo, conduce la sua vita da “gagà”, fra gioco d’azzardo, gare automobilistiche, vita notturna nei tabarin e donne, motivo per cui gli amici gli hanno affibbiato il nomignolo di “Bellissimo Cecè”. Celani attraversa il “ventennio”, sostanzialmente indifferente alle malefatte del regime finché le leggi razziali non risvegliano la sua coscienza e l’aristocratico distacco diventa avversione etica. Infine, la guerra, i lutti, la città di Roma affamata, oppressa dall’occupazione nazista e insanguinata dai bombardamenti, determinano la decisa scelta antifascista e l’adesione alla lotta partigiana. Denunciato da un delatore viene arrestato dalle SS e recluso nella famigerata prigione di via Tasso. Oggi il suo corpo è inumato nel sacello 42 del Mausoleo delle Fosse Ardeatine.
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