Il coraggio di una scelta
Diario di prigionia di un soldato italiano in Germania (1943-1945)
La vicenda degli Imi (Internati Militari Italiani), i soldati che dopo l’8 settembre furono deportati dal fronte di guerra nei lager tedeschi del Terzo Reich, è stata per tanto tempo dimenticata e ha avuto solo negli ultimi anni un effettivo riconoscimento storiografico quando finalmente l’attenzione è stata rivolta anche verso “l’altra resistenza”, condotta da giovani soldati che opposero un deciso rifiuto alle richieste di tornare in Italia per combattere con la Repubblica Sociale, preferendo la prigionia e il lavoro forzato.
Un ruolo importante per dare luce a queste vicende è stato offerto dalla memorialistica riguardante la deportazione e la prigionia, lasciataci dagli ex internati, che nei loro diari, superando finalmente un riserbo a lungo celato, ci hanno raccontato come riuscirono a sopravvivere alle privazioni e alle sofferenze materiali e morali. Un evento bellico, unico ed importante, non fosse altro per il numero dei coinvolti, oltre 650.000, che l’hanno vissuto, e ancora più, sofferto e pagato. Ed è per questo che va ancora di più apprezzato che Franco Ingenito, giovanissimo soldato di Napoli (1923) che all’età di 20 anni fu catturato ad Atene l’8 settembre 1943, e deportato in vari lager tedeschi, da Wietzendorf a Schneverdingen, abbia finalmente deciso di pubblicare i suoi ricordi. Questo diario, scritto durante la prigionia e per tanto tempo relegato in un cassetto, costituisce una preziosa ed attendibile testimonianza non solo della violenza e del disumano trattamento a cui furono spesso sottoposti quegli uomini, ma anche di quanto tardivo sia giunto il riconoscimento storiografico di questa pagina di storia patria.
Avvalora ancora di più il diario di Franco Ingenito – che riporta tutte le sue esperienze ed emozioni vissute in quei due drammatici anni, trascritte nell’immediatezza del racconto dal quale traspare una prima consapevolezza di aver vissuto un dramma collettivo destinato a segnare la storia del ’900 e quindi di doverne lasciare testimonianza scritta – una rubrica sulla quale, con grande precisione, Franco aveva annotato i nomi di tutti i soldati del campo e le loro città di provenienza, che fortunosamente era riuscito a trafugare dal lager.
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