Il delitto della Carboncella
e altre storie di donne nella Toscana lorenese
Tra le pochissime fonti che hanno trasmesso la voce delle donne dei secoli passati troviamo gli atti dei tribunali. Benché non fosse loro riconosciuta piena personalità giuridica, esse potevano comparire nelle aule giudiziarie come accusate, e, anche se con alcune limitazioni, come testimoni o parti lese. Comunque, una volta avuta la parola, davanti al magistrato spesso parlavano molto, quasi fossero prive delle reticenze e dei freni che i maschi avevano appreso dalla frequentazione della sfera pubblica: con le loro deposizioni esse aprono davanti ai nostri occhi quel mondo delle cucine, delle fontane e dei lavatoi, delle veglie, dei parti… che era la loro nicchia. Le donne sembrano vedere il processo nell’aula come la prosecuzione dei pettegolezzi e dei litigi che gestivano come loro prerogativa sulle soglie di casa, nelle botteghe e nelle strade, e in questo modo creano connessioni che coinvolgono anche il lettore di oggi.
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