Il gentiluomo erudito
Pietro Bucelli collezionista di antichità
Occuparsi oggi di una figura così lontana come Pietro Bucelli, la cui memoria è affidata solo a poche note nelle guide turistiche e alla blanda curiosità che suscita il rivestimento di lapidi etrusche del suo palazzo; che senso può avere questo? Eppure, leggendo le lettere del suo carteggio, superando la fatica e talvolta l’irritazione che le formule ampie e scenografiche dello stile dell’epoca ci fanno provare, è una figura umana quella che ci viene incontro. E, insieme, un secolo: il secolo per alcuni ancora dei nei e cicisbei, ma che sempre di più appare essere la radice del mondo moderno, nelle sue tensioni intellettuali, nelle sue confuse aspirazioni a qualcosa di nuovo e diverso, a cavallo fra vecchio e nuovo, forse inconsapevole di questo ma animato da sincera e profonda volontà di conoscenza.
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