Il palazzo rosso
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Un viaggio tra i ricordi di un bambino, che si fa ragazzo, tra la Seconda guerra mondiale e il dopoguerra. I giochi, la spensieratezza, il tempo passato con gli amici in strada e fra le campagne adiacenti al “Palazzo rosso”, il quartiere romano dove l’autore ha vissuto, e che diventa quasi un mondo a parte, solo ogni tanto scalfito dal dramma della guerra.
Eppure gli eventi bellici irrompono nella quotidianità infantile, talvolta ispirando nuovi giochi, ma lasciando anche una traccia indelebile della paura e della sofferenza in cui si è trovata a vivere un’intera generazione, pur in maniera inconsapevole. È proprio la condizione in cui questi bambini sono cresciuti, tra privazioni e violenza, cause di veri e propri traumi forse poco percepiti dagli adulti ma anche dalla Storia stessa, che ispira nell’autore una riflessione più ampia sulla guerra, sulla sua insensatezza e ferocia.
Riavvolgendo il filo della memoria, l’autore ci ricorda che tutte le guerre, come quella alle porte dell’Europa, impediscono ai bambini di crescere e di essere felici e all’intera società di godere delle conquiste della civiltà e del progresso.
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