Il pettirosso e la tagliola
Passioni amorose e suggestioni rivoluzionarie ai tempi del sequestro Moro
Fausto, il protagonista del racconto, attraversa venti anni di vita italiana fino al sequestro Moro e vive intensamente le emozioni e le speranze di quel periodo. La nostalgia per la fanciullezza trascorsa in campagna porta il segno delle condizioni di vita e di lavoro subite dai genitori, su cui si innestano l’esperienza traumatica del collegio, le frustrazioni del lavoro in banca e l’autoritarismo del servizio militare, mentre le sue energie giovanili si sfogano nel gioco del calcio e nella scoperta dell’amore. La successiva esperienza sindacale e l’impegno per una società fondata su giustizia ed eguaglianza si trovano a fare i conti con la svolta moderata del sindacato del 1978 e con la politica del compromesso storico del PCI. Innamoramenti e agonismo calcistico si mescolano con la militanza sindacale sullo sfondo di insicurezze profonde che lo inducono a scansare legami affettivi stabili. Durante il sequestro Moro viene assalito dal terrore di essere scoperto per avere in casa dei documenti delle Brigate Rosse. È un momento di svolta. Fausto avvia una rielaborazione interiore che lo porta a dolorose ammissioni su di sé e sulla perdita di orientamento della propria coscienza.