In miniera cresceva il pane
Lettere dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata dopo l’attentato a Togliatti
Il volume, curato da Giuseppe Sani e Francesco Serafini ci introduce con dovizia di documenti e foto alle conseguenze che sul piano sociale ed economico si verificarono ad Abbadia San Salvatore dopo l’attentato a Palmiro Togliatti.
Si tratta di un aspetto inedito finora scarsamente indagato dai tanti libri e saggi dedicati all’argomento, che le lettere e le suppliche dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata riportano oggi alla nostra attenzione.
L’azienda mercurifera approfittò della repressione scatenata dal ministro dell’Interno Mario Scelba per attuare un pesante e discriminatorio progetto di ristrutturazione industriale.
Dalle lettere dei minatori e dei loro familiari emerge, assieme ad uno spaccato sociale di acuta indigenza, anche la tenacia e la dignità di una categoria, i minatori dell’Amiata appunto, che non si vollero rassegnare all’iniquo licenziamento perché nel faticoso e rischioso lavoro in miniera vedevano in ogni caso la loro vita e “crescere il loro pane”.
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