La brigata del Pentcho
Quattro adolescenti di indole diversa vivono in un kibbutz nel distretto centrale di Israele, condividendo, alla fine degli anni ‘80, la condizione tragica di essere orfani.
Suggestionati dalla storia di un traghetto polacco, il Pentcho, che nel 1940 cercò di portare in Israele 500 ebrei sfuggiti ai rastrellamenti, attraverso il racconto di Ari Oz, controversa figura carismatica del kibbutz, decidono di costituire, all’interno della struttura, una piccola banda informale, insofferente alle gerarchie e alla quale danno il nome di Brigata. L’arrivo dell’età adulta li porterà lungo percorsi diversi: Raphael, voce narrante, diventerà un operativo del Mossad sotto la guida dello stesso Ari Oz, Benjamin, guascone, lavorerà per i servizi di controspionaggio dello Shin Bet, Ariel, spericolato e istintivo, si arruolerà come carrista e troverà la morte nel corso della seconda guerra del Libano, infine Yorham seguirà la sua indole di studioso, diventando docente universitario, fino all’insorgere di una malattia incurabile.
Un evento cupo, l’indagine legata alla sparizione tragica di Benjamin nel cuore di Beirut, sarà il catalizzatore per mezzo del quale Raphael cercherà un’ideale ricomposizione della Brigata, attraverso una vicenda complessa e dolorosa.
Questa storia di paura e di sangue, dolce e spietata come le spezie del Libano, diventa il nucleo attorno al quale si sviluppa una riflessione intima sul tema del ricordo e sul desiderio di un ritorno.
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