La commedia come metaverso
Accompagnato dai suoi “avatar”, Virgilio, Beatrice e San Bernardo, Dante trasferisce la realtà del mondo «diserto d’ogne virtute e di malizia gravido e coverto» in una second life, un Metaverso. Un cammino virtuale, quasi un diario di autoterapia con il quale riannoda i fili spezzati della vita. Si trova così davanti a nuove frontiere del sapere, vedendo «cose che ridire né sa né può chi di là su discende». Sulla scena si intrecciano due vite, quella dell’Uomo e del Poeta, che si inseguono tra finito, infinito e geometrie variabili che travalicano il mondo di Euclide. Un mondo quantistico si affaccia inatteso dietro al suo «corto dire» ed al suo «concetto fioco» e la Comedìa si offre a numerose interpretazioni. Dietro al dogmatico e unidimensionale Dante, fanno capolino scintille di modernità. Così la Comedìa si presenta come un vero e proprio progetto mentale disegnato in un diagramma di flusso tra bisogni, scopo, aspettative, risultati che si snodano in mezzo a dubbi, dialoghi e verifiche con i lettori per testare la bontà del cammino alla scoperta di come «l’uom s’etterna».
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