La tela del cronista
Tessere la storia con la penna in mano
Stiamo parlando di un professionista con i fiocchi. Di un giornalista comunista. Che sicuramente fece uso prezioso dei pensieri sul giornalismo di Antonio Gramsci. Di un cronista scrupoloso, sino all’esasperazione, di un raffinato ricercatore di aggettivi come non mai, di uno straordinario narratore di accadimenti, innanzitutto di quelli siciliani, spesso funesti e drammatici. Un testimone così prezioso tanto da accettare, egli stesso, un’invenzione molto divertente: a lui venne attribuito l’impossibile scoop giornalistico sulla morte dello stesso Gramsci il 27 aprile del 1937 nella clinica Quisisana di Roma. Ovviamente non era possibile ma s’era data la coincidenza che Giorgio Frasca Polara nascesse, proprio alla Quisisana, nel giorno della morte del dirigente comunista. Allo scopo di esaltare la sua abilità di cronista, molti anni dopo, per celia, si disse sempre che GFP aveva dato per primo la notizia del decesso di Gramsci. Perché si trovava davvero sul posto. E su questo non v’erano dubbi.
Dalla prefazione di Sergio Sergi
Con testi di Sergio Sergi, Paolo Franchi, Giuseppe Ceretti, Valeria Marchionne, Gian Luca Corradi, Daniele Pugliese e un ricordo di Emanuele Macaluso
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