Nudo di donne
La Milano degli anni ’70, l’Afghanistan come luogo troppo lontano per essere vero, un ritratto sbiadito dell’Uruguay, un Giappone all’apparenza perfetto, “Nudo di donne” è fatto di tutto questo ma soprattutto è un romanzo costruito da storie, storie che si congiungono, si annodano e si snodano per poi confluire nuovamente in un unico viaggio perché guidate da un comune denominatore: la ricerca dell’amore.
Rappresentato in prima persona dal forte legame tra una madre e le sue tre figlie, l’amore di cui la figlia protagonista e narratrice Petra ci parla è un sentimento che nella realtà è quasi sempre incompreso e incomprensibile e che, proprio per questo, inesorabilmente sembra non risolvere mai vecchi dissidi e antiche angosce familiari.
In un’apparente insofferenza, è dunque l’incontro dei vari personaggi con la pazzia, con la malattia, con la gioia, con il tradimento, con la morte, insomma, con la vita vissuta in ogni suo aspetto che rende finalmente riconoscibile questo amore e in cui è possibile rispecchiarsi, ognuno nella propria storia, ognuno nel proprio quotidiano.
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