Picari bastardi
Il pegno senza presto
Valdarno 1620. Mariotto Casadei è assistente ai colori del giovane pittore Giovanni Martinelli. Il ragazzo deve affinare e potenziare la sua arte apprendendo nuove tecniche per rappresentare luci e ombre. Diretti a Roma, dove Giovanni potrà far propria l’arte caravaggesca della luce, si fermano a Montevarchi per risolvere alcuni problemi economici della madre del giovane pittore. Loro malgrado si trovano coinvolti in una catena di feroci delitti. Il Podestà è preoccupato e ordina che lo aiutino. Da testimoni del primo assassinio a segugi: il rischio è diventare capri espiatori. Per evitare complicazioni, sono costretti ad accettare l’ingaggio dal Podestà e, rimandata la partenza per Roma, cominciano a indagare. A poco a poco si accorgono che quei delitti trovano motivazioni nel passato, nella storia non limpida del Monte Pio, fonte di raggiri e truffe ai danni dei poveri che dovrebbe invece aiutare. Dopo molte ricerche, e qualche pericolo, a Firenze trovano il bandolo della matassa. Ma questa è così ingarbugliata che non sarà loro facile levarsi d’impiccio. Ci riusciranno grazie all’aiuto di artigiani del posto e di un allievo d’un illustre scienziato.