Processo Lazzaretti e suoi seguaci
Il 24 Ottobre 1879 si aprì davanti alla Corte d’Assise di Siena il processo contro i seguaci di David Lazzaretti, ucciso dai carabinieri sul Monte Amiata il 18 agosto 1878. La sentenza della Sezione d’accusa della Corte d’Appello di Firenze letta nella prima udienza ricostruiva la storia di David Lazzaretti e lo accusava di intenti diretti a rovesciare il governo e a mutarne la forma; dietro le sue utopie affermava l’esistenza di principi sovversivi e comunisti. La tragedia che si era consumata ad Arcidosso nell’agosto 1878 con i militari che sparavano sulla folla era letta nei termini di un attentato da parte di David e dei suoi seguaci, volto a muovere la guerra civile e a portare devastazione e saccheggio. Accuse gravissime, che vennero confutate dagli avvocati della difesa che più volte chiamarono in causa il governo, e furono respinte con fermezza dagli accusati. Il verdetto della giuria li assolse e restituì loro la libertà. Affollato di pubblico e di stampa e annoverato già tra le cause celebri, il processo ebbe nelle settimane successive alla sua conclusione diverse edizioni a stampa, una a Siena presso la tipografia del Giglio (Processo dei Lazzarettisti) e due a Roma, presso gli editori Capaccini e Ripamonti e presso l’editore Giovanni Bracco, entrambe illustrate e simili nel titolo, ma con significative varianti lessicali e differenti commenti. Per il loro rilievo e la loro rarità, il Centro Studi David Lazzaretti ha voluto riprodurre in stampa anastatica entrambe queste edizioni con le immagini che le corredano, “letture” a loro volta della vicenda lazzarettiana.
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