Publio Terramoccia e le canzoni dell’Argentario
Gli amici del Centro Studi Don Pietro Fanciulli mi hanno invitato insistentemente a scrivere qualcosa su Publio Terramoccia e mettendo su carta i miei ricordi su di Lui ho capito perché indugiavo. I suoi quadri, le sue canzoni sono tutte intrise, immerse nella storia, nelle tradizioni e nei colori di Porto Santo Stefano. La visione che Publio rappresenta del nostro paese è la stessa che ci appare ogni giorno quando apriamo le finestre di casa: mare colori sole – “che illumina i tetti della Pilarella”– oppure quella nostalgica di un mondo remoto –” a pensà, (sembra ieri) che giocavo col nicchio e mazzetta, che giocavimo, in trenta o quaranta, a cavallo carrozza e monta”- o quella colorita folkloristica – “trecento venti pitteri picchiolettati bianchi-rossi-blu, la banda della Refola ci manda tutti in gogliola sonando cazzarole e putipù”-. Il mare, le barche (“i guzzi”), il paese e i suoi rioni (per lo più la sua amata Pilarella), questo ha dipinto Publio, con insistenza, con voluta caparbietà, perché era alla ricerca incessante di sfumature, particolari che meglio rappresentassero la Sua, la Nostra bella terra e la sua storia. Tutto questo lo percepivi meglio ogni volta che ti mostrava i suoi ultimi dipinti. Ma soprattutto lo percepivi quando ti faceva vedere vecchi suoi quadri che non erano stati apprezzati da altri, perché magari poco significativi, ed invece esprimevano per te tutta la Sua passione, la Sua dedizione, la sua bravura nel rappresentare immagini mitiche, remote.
Ma per capire meglio ciò che ha realizzato Publio, basta accostare una sua canzone-poesia ad un suo quadro ed allora puoi coglierne meglio il senso. [...]
Silver Reggiani
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