Sangue reale
In una primavera insolita, ricolma di luce e profumi, il canto di territori mitici si fonde a patrimoni simbolici antichi e luoghi della memoria, capaci di disegnare geografie interiori ove la solitudine assurge a risorsa, dono inaspettato da cui scaturisce una nuova speranza nella parola regredita a una forma selvatica, originaria, nascosta.
Un vecchio saggio sulla filosofia del linguaggio acquista nuova vita e si compenetra nella trama di un racconto autobiografico-iniziatico, moderna espressione della letteratura odeporica che ben si concilia con l’ascesi spirituale.
Nella selva maremmana (non a caso la radice sel ci suggerisce la fiamma vitale), in un luogo che è altro, metafora dell’iniziazione, di riti di passaggio, ma anche sede della furia eroica in limine tra realtà e mondi incantati, sorge una rinnovata scintilla di civiltà.
Abbia inizio un nuovo viaggio attraverso i quattro elementi, per indagare la radice del Logos, quel legame sottile che accomuna la metrica del discorso poetico-epico alla ritmica della musica. La profonda ammirazione per l’approccio filologico con il suo incedere lento sembra suggerire simbolicamente l’altezza più elevata e la profondità inattesa, per intuire il chiarore dell’origine. Corrispondenze in apparenza oscure legano la scienza di Thot alle radici della lingua degli Antenati, fili invisibili collegano le cattedrali europee al mito della Sfinge: immagini che rimandano a parole contestualizzate in un più ampio linguaggio simbolico che ruota intorno al significato centrale della Sacra Coppa, cuore pulsante del Discorso da cui sboccia il vermiglio fiore, emblema dell’Amore che tutto vince. Sullo sfondo, i Cavalieri del Tempio che furono ponte tra Oriente e Occidente, la Cavalleria e ciò che essa ha rappresentato per la Cristianità, e un cavaliere in particolare –Gjergj Kastrioti– ricordato in queste pagine in occasione dei 550 anni dalla sua morte.
La rosa simboleggia anche la Sapienza, un equilibrio di pensiero-parola-azione che profuma d’Oriente. Nel silenzio abitato dal respiro della terra, la natura si risveglia e cede al mutamento, intona il suo canto che si unisce alla voce d’un moderno aedo, l’Autrice.
L’armonia ricompone squarci e colma distanze. Nuove geometrie di muschio nell’orizzonte dello sguardo, ed ecco l’eco reboante del Tirreno, gole di roccia scura e vento salato sulla pelle.
Approfondimenti e notizie
- DomusTempli.it – Prefazione al libro dell’editore
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