Se il ciel vorrà che un dì ancor non ci si incontri
La crudele storia del grande amore tra un menestrello e una strega, tra intrighi politici e pregiudizi religiosi vissuti sotto la cupa mano dell’inquisizione nella Toscana del 1300
In un contesto storico medioevale sapientemente ricostruito, con riferimenti anche a fatti e personaggi reali, l’autore ci narra le travagliate vicende di un giovane menestrello di nome Adelmo, vissuto nel 1300 a Siena, e del grande amore che lo lega a una fanciulla, Ilaria, dedita a rituali dimenticati, ispirati al culto della natura, costretta a nascondersi in un bosco sulle pendici del monte Amiata a causa delle persecuzioni operate dalla Santa Inquisizione.
La trama si alterna tra momenti giocondi e vicende tormentate, toccando talvolta argomenti filosofici e teologici complessi, arricchiti da citazioni di papi, imperatori e filosofi, che tuttavia vengono contestualizzati e narrati in maniera molto semplice ed esplicativa.
Si mette in evidenza il rapporto amoroso e spirituale, di complicità assoluta, tra i due giovani, i cui credi vivono un profondo confronto tra la fede cristiana del protagonista e la visione materialistica della fanciulla, dedita a pratiche esoteriche che si rifanno ai riti degli aruspici etruschi ed al culto della Grande Madre. Due visioni della vita e dell’Universo che, seppure apparentemente inconciliabili tra loro, si confrontano dando origine ad un percorso efficacemente dall’autore, che utilizza un linguaggio antico – ma perfettamente comprensibile per il lettore di oggi – attento ai particolari, agli aspetti storici, culturali e paesaggistici dell’Italia del Trecento, dando vita ad una storia originale ed emozionante sotto molti punti di vista.
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