Si è passato la gioventù in quei boschi
Racconti di vita della Scuola Popolare di Rapale
1952-1953
17 adulti di varia età dai 20 ai 40, con quattro femmine, tutti legati al mondo contadino, scrivono della loro vita e delle loro esperienze nel tempo della scuola popolare che li ha aiutati a finire le elementari e avere il diploma. Siamo nel 1952/53 e Firenze (Cicio) Poggi di Ambra è andato a Rapale a fare il maestro. Fa leggere e fa scrivere questi adulti ricchi di esperienza, e alla fine dell’anno copia una scelta dei loro testi scritti su vari aspetti della vita, dal lavoro all’amore alla guerra.
Tanti anni dopo la ritrova e gli sembra giusto farla conoscere: sono queste pagine polifoniche in cui in modo semplice e sincero si racconta della vita contadina, della fatica, della povertà e si fanno anche sogni sul futuro, qualche volta usando anche i versi. Il tutto dentro un comune desiderio di cambiare vita. Nel tempo il maestro diventerà uno scultore, sempre legato alla Val d’Ambra, non sappiamo invece se gli autori di questi brevi scritti di vita quotidiana hanno avuto buoni destini.
Quel che ci raccontano però non è solo un passato doloroso, che è sempre importante conoscere, ma è anche uno spirito del tempo, una idea della società di allora, del modo di ridere o di sognare di chi oggi sarà nonno se non bisnonno. Lo si può confrontare con le trasformazioni che ci sono state e, oltre i miti del consumismo, della città e delle libertà personali, in queste storie di 70 anni fa si troveranno anche tracce per pensare un possibile diverso futuro.
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