Un uomo di nome Francesco
Arte è vita e vita è arte
L’arte nelle sue complesse espressioni è e sarà sempre figlia del suo tempo. Per Francesco Conz ogni espressione artistica doveva essere di puro divertimento sì che, nella sua figura di editore e di collezionista, il confine tra la passione e il disordine divenne sottile tanto che, troppe volte, lui perse il senso della misura.
Se la critica avesse guardato oltre l’apparente disordine delle sue collezioni e delle sue imprese, avrebbe rivelato un uomo che, attraverso l’arte, si sforzava di captare l’essenza della meraviglia umana. Per Conz, la ricerca di quel frammento di infinito era la ricerca della bellezza intrinseca, della verità che risiede nell’animo di ciascuno di noi e della libertà di esprimersi attraverso l’arte in tutte le sue forme. Così, dietro la maschera dell’uomo che spesso sembrava smarrire il senso della misura, si celava un cercatore appassionato dell’infinito, un individuo che desiderava condividere la meraviglia, la verità e la libertà con il mondo attraverso il suo incrollabile amore per l’arte.
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