Una coperta di cielo
Un viaggio a ritroso, a cercare risposte, fino alle radici di sé. Una coscienza matura del proprio vissuto e del suo nascere, che si racconta a distanza. La distanza di chi può guardare indietro, riscattando il dolore provato: la morte della madre, l’abbandono e la “segregazione” nell’orfanotrofio, riscaldati da “una coperta di cielo”.
La salvezza e la fuga nella natura, nei suoi colori, nelle sue forme e nella capacità immaginativa accompagnano l’età più buia dell’autrice. L’infanzia e la prima adolescenza segnate dal non amore e dalla mancata protezione delle figure adulte intorno a lei, non hanno rinchiuso la voglia di sognare e di trovare quell’angolo di mondo in cui sentirsi libera.
Volare altrove, per non perdersi, meccanismo di difesa, che ha saputo crescere in sé, aggrappandosi al ricordo dell’amore materno, nonostante l’ambiente ostile in cui è vissuta, dove comprensione e rassicurazione si potevano furtivamente trovare solo fra compagne di sventura.
La tenacia e la ribellione l’hanno condotta fino alla sua seconda nascita: l’addio all’orfanotrofio e l’inizio della libertà, da non dover solo immaginare o disegnare, ma finalmente vivere in tutti suoi colori.
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