Una lira per tre vite
Il massacro di Sante e don Giuseppe Tani e di Aroldo Rossi tra paure, inganni e tradimenti
Forse solo chi – come i due autori – ha frequentato a lungo le storie della liberazione dal nazifascismo del nostro territorio e possiede solidi riferimenti ai valori che la ispirarono, poteva avventurarsi in una ricerca intorno a un evento già raccontato in molte pubblicazioni e su cui sembrava fosse stato già scritto tutto.
Certo, è stato necessario che diventassero finalmente accessibili tutti gli atti e i documenti, ma sono stati necessari soprattutto la passione, il coraggio di un lavoro paziente e rigoroso, l’onestà intellettuale per ricostruire così minuziosamente fatti e testimonianze, anche quando le tessere del mosaico rischiavano di non restare più al loro posto e il disegno conosciuto scomporsi.
Lunghi mesi di letture e trascrizioni, di analisi e comparazioni, finché le ultime ore, addirittura gli ultimi minuti di alcune delle figure più simboliche della Resistenza aretina non sono stati restituiti all’interezza di una realtà sicuramente sfaccettata e complessa ma proprio per questo fonte inesauribile di riflessione.
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