L’uomo visto dalla Val d’Orcia
L’«essere umano», l’uomo e la donna, da sempre è stato il problema dei problemi. Come affrontarlo? Invece di iniziare come di tradizione dalla solita questione: che cos’è l’uomo? Dicesi uomo… ecc. ecc. Potrebbe essere più interessante iniziare al contrario, dall’osservazione di come si relazionano le persone, del perché lo fanno in quel modo e non in altro, com’è che tutte obbediscono a leggi, perché si amano e si odiano, perché seguono culture e religioni anziché seguire istinti e passioni, perché…?
Lo scritto segue questa strada fenomenologica di riflessione sul senso dell’uomo in un ambiente specifico e particolare: la Val d’Orcia. E la Val d’Orcia è pensata come un micromondo umano dove terre, acque, flora, fauna e umanità si ritrovano sotto il medesimo cielo nel tentativo di comprendere se stessi e il senso di una storia infinita che tutte quelle cose accomuna nella fatica del vivere. Alla fine ne emerge una figura umana nuova e decisamente più positiva e perciò capace di aprirsi verso un futuro più valido e positivo.
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