Vicoli senesi
In tre atti
La commedia Vicoli senesi è ambientata in una Siena ai primi del Novecento o alla fine dell’Ottocento, quando ancora esisteva la magia dell’illuminazione a gas. La città viene riassunta socialmente in un vicolo in cui si svolge per intero la narrazione teatrale, con un linguaggio vernacolare appena accennato, sobrio e scevro da eccessi. Il palio non c’è: l’autore volutamente lo rende invisibile, lo elimina perché vuole mettere in risalto l’anima di cui si nutre quello e la vita del popolo nella sua essenza esistenziale. Il palio non serve per questa operazione. La storia è il dramma di un uomo che vive una vita serena e semplice dedicandosi al lavoro e alla famiglia, fino a che tutto viene sconvolto, tutto cambia in una sorta di capovolgimento dei ruoli e la nuova realtà prende il posto delle abitudini quotidiane, con tutta la sua crudezza. La reazione del protagonista è sorprendentemente composta, egli riesce a gestire, con senso morale profondo, il turbinio dei suoi sentimenti. Il vicolo fa da cornice prima sarcastica e crudele, poi attonita e smarrita; una cornice che è quella dell’animo umano. La piccola realtà fatta di persiane socchiuse, di porte semiaperte, di pettegolezzi e cattiverie meschine, racchiude in sintesi la vita, la vita reale dell’uomo. La lettura dell’opera risulta facile e avvincente fino a che questa non si apre alla rivelazione del dramma: allora un senso di stupefatta compassione per l’atteggiamento dell’uomo travolto dalla scoperta della verità, subentra nel lettore. L’opera fu rappresentata per la prima volta a Siena al Teatro dei Rinnovati nel 1963. Questa è la sua prima edizione.
Dante Veli