Vite in cambio
Gianni Mineo, il partigiano infiltrato, che salvò dalla strage la popolazione della Chiassa
Giugno 1944. Il rapimento del colonnello von Gablenz, da parte di un’autonoma formazione partigiana slava, provoca il rastrellamento tedesco di centinaia di civili, rinchiusi nella chiesa della Chiassa (Arezzo) e minacciati di fucilazione, se entro 48 ore l’alto ufficiale non verrà riconsegnato.
Il tempo trascorre velocemente, tra la disperazione degli ostaggi, dei loro familiari e l’impotenza del Comando partigiano italiano. Quando tutto sta per concludersi, un giovane partigiano siciliano, Gianni Mineo, riaccende la speranza ponendosi come mediatore tra i tedeschi e gli slavi.
Con estremo coraggio, Mineo riesce a far liberare il colonnello e, con l’aiuto di un altro partigiano, Giuseppe Rosadi, a riportarlo appena in tempo, salvando dalla strage la popolazione e i paesi della zona dalla distruzione.
Un’appassionata ricerca, su differenti fonti, porta ad un’incredibile scoperta: il partigiano Gianni Mineo era un infiltrato tra i “repubblichini” di Arezzo. In questa veste, fu protagonista di molteplici azioni, riuscendo a salvare tante vite…
“Citando ampi brani tratti dalle memorie degli abitanti del luogo, il volume restituisce il clima del tempo e ristabilisce la verità sull’«eroe della Chiassa», dopo che per decenni l’oblio ne aveva cancellato il ruolo svolto”.
Ivo Biagianti, Università di Siena
Approfondimenti e notizie
- La Freccia Verde – Recensione di Vite in cambio di Giovanni Carbone
- Pagina Facebook su Gianni Mineo e Giuseppe Rosadi